Friday 27 December 2013
Immigrati in Italia
In Italia la distinzione fra Nord e Sud in fatto di immigrazione è netta: la maggior parte degli stranieri si concentra in Lombardia e Veneto, regioni a cui bisogna aggiungere anche il centrale Lazio, mentre nel Meridione l'incidenza degli stranieri è bassa. Lo rivelano i dati dello Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.Le regioni con più immigrati al Sud sono Sicilia e Campania, mentre in fondo alla classifica ci sono i Comuni di Puglia e Sardegna, dove solo poco più del 2% della popolazione non è di nazionalità italiana. Classifica a parte quella sull'accoglienza, di cui si occupa nello specifico Sprar, appoggiandosi ad una rete di enti locali. In questo ambito il Sud si distingue nell'accogliere le persone più vulnerabili con le situazioni più difficili e anche in questo caso la Sicilia è in testa.
Il ritratto degli italiani secondo il Censis: tristi e sciapi
Il ritratto degli italiani nel 47esimo rapporto del Censis è ancora una
volta segnato dalla crisi. La congiuntura economica ha i suoi effetti
sull'occupazione, l'istruzione, la spesa quotidiana e quella per il
tempo libero, una condizione che ha reso la società italiana "sciapa" e
"infelice", come scrive il Censis nel suo rapporto. Tre milioni di
disoccupati e 6 di precari spingono gli italiani in una situazione di
"dilagante incertezza sul futuro" lavorativo. La stessa incertezza che
colpisce le famiglie italiane: una su quattro, scrive il Censis, fatica a
pagare tasse o bollette e il 70% è in difficoltà se deve affrontare una
spesa imprevista. Non solo: la crisi ha imposto una "profonda
ridefinizione dei consumi": è caccia alle promozioni e all'acquisto dei
cibi più convenienti, si rinuncia al cinema e sempre più spesso auto e
scooter restano in garage. Il quadro più sconfortante se così si può
dire emerge dai dati sui giovani: tra i Neet, coloro che non lavorano,
non studiano e non cercano un posto, il 43,7% ha al massimo la licenza
media, oltre il 17,5%, con punte fino al 20%, abbandona la scuola dopo
la terza media e due italiani su 20 con più di 15 anni hanno solo la
licenza elementare. La speranza in futuro potrebbe venire dalle donne e
dagli immigrati, gli unici che alla crisi rispondono creando nuove
imprese.
Fra disoccupati e scoraggiati sei milioni senza lavoro
Un esercito di inattivi che guarda al futuro con preoccupazione e senza
molte speranze. I Disoccupati e scoraggiati in Italia hanno sfondato il
drammatico muro dei sei milioni: ai 3,07 milioni di disoccupati si
aggiungono, infatti, i 2,99 milioni di persone scoraggiate che sognano
un impiego, ma non si attivano per trovarlo. E' quanto emerge dalla
tabelle dell'Istat sulle "forze lavoro potenziali". In particolare gli
inattivi che non cercano impiego pur essendo disponibili a lavorare, ci
sono quasi 1,3 milioni di persone "scoraggiate", ovvero che non si sono
attivate nella ricerca di una occupazione pensando di non poter trovare
nulla da fare.
Si tratta soprattutto di giovani e di persone che vivono nelle regioni del Sud, per loro il lavoro è sempre di più una chimera.
L'Istat infine individua nell'area della "sotto-occupazione" nel secondo trimestre 2013 circa 650.000 persone mentre oltre 2,5 milioni di persone sono occupati con un "part time involontario", in crescita di oltre 200.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2012
Video - I disoccupati nel 2013
Si tratta soprattutto di giovani e di persone che vivono nelle regioni del Sud, per loro il lavoro è sempre di più una chimera.
L'Istat infine individua nell'area della "sotto-occupazione" nel secondo trimestre 2013 circa 650.000 persone mentre oltre 2,5 milioni di persone sono occupati con un "part time involontario", in crescita di oltre 200.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2012
Video - I disoccupati nel 2013
Natale 2013 e crisi, meno spese e regali ma trionfa il Made in Italy
Milano (TMNews) - Acquisti in calo, meno regali sotto l'albero, ma un trionfo per il Made in Italy: l'ennesimo Natale della crisi per gli italiani si presenta in chiaro scuro. La flessione degli acquisti è evidente come raccontano i dati di Coldiretti: per comprare i doni per parenti e amici le famiglie italiane hanno speso poco più di 4 miliardi di euro, cioé 205 milioni di euro in meno rispetto all'anno scorso. Una diminuzione che ha riguardato i consumi in generale per le feste, con le spese natalizie crollate dal 2007 ad oggi: in soli sei anni, dice il Codacons, gli acquisti si sono ridotti di quasi 8 miliardi di euro. Dato confermato anche da Confesercenti secondo cui le vendite per Natale sono diminuite in tutta Italia.
L'unico settore che regge alla crisi è quello alimentare: le tavole italiane restano imbandite e se si deve risparmiare si rinuncia alle mode esotiche e ai menù esterofili per rifugiarsi nella più sana, saporita ed economica cucina tradizionale. Un trionfo del made in Italy non solo sulle tavole italiane visto il record segnato dall'export di prodotti tipici natalizi che ha superato i 2,7 miliardi di euro, con lo spumante re delle tavole e dei brindisi in tutto il mondo.
Video - Natale 2013 e crisi
Video - Natale 2013 e crisi
Otto milioni di poveri
I poveri in Italia sono otto milioni. È l'Istat a tracciare il quadro
della sofferenza di famiglie, specie quelle numerose e residenti al sud,
che non hanno il necessario per vivere dignitosamente. E sono tre
milioni quelli che vivono in assoluta povertà.
Addio classe media
I nuovi poveri d'Italia vivono prevalentemente al Sud in famiglie monoreddito. L'allarme arriva dall'Istituto nazionale di ricerche Demopolis che ha fotografato nel Paese le difficoltà delle famiglie per "arrivare a fine mese". Secondo questo studio la classe media sta sparendo, andando a ingrossare le fila dei "nuovi poveri". La maggioranza degli italiani, il 45%, considera peggiorata, negli ultimi tre anni, la propria situazione economica. E solo il 37% degli intervistati afferma di arrivare alla quarta settimana del mese con relativa tranquillità. Il 40 per cento, invece, è costretto a fare diverse rinunce. La situazione è particolaremente critica al Sud per l'alta incidenza della disoccupazione e del lavoro precario. Cresce anche il numero di coloro che vivono in rosso: quasi un terzo degli italiani ha un mutuo o qualche debito nei confronti di parenti, banche o finanziarie.
I PALERMITANI POVERI E FELICI, PER STAR BENE BASTANO 900 EURO
Ai palermitani non servono i soldi per essere felici. A dirlo è una
ricerca della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha calcolato
nelle principali città italiane qual è la percentuale di famiglie al di
sotto della soglia di felicità e quanto guadagnano. Ebbene a Palermo
sotto l'asticella del benessere c'è solo 21,8% dei nuclei familiari. Ai
cittadini del capoluogo siciliano secondo la ricerca bastano 900 euro al
mese per essere felici, a fronte ad esempio dei 2.000 in Lombardia. I
diversi parametri utilizzati hanno cercato di analizzare la qualità in
generale dell'esistenza. Non è dunque semplicemente una questione di
caro-vita e di prezzi più alti al Nord visto che la mappa della felicità
attraversa l'Italia dall'inizio alla fine: oltre a Palermo, terza in
classifica, le città più felici sono Genova, e Firenze, in testa a
tutti.
Thursday 26 December 2013
Generazione Facebook
La generazione nata negli anni 90 è cresciuta in un ambiente pienamente digitale: internet, videogiochi, smartphone, social network sono per I nativi digitali pane quotidiano, parte integrante della loro vita.
Chi sono i figli della Rete, e quanto sono diversi dai loro padri?
Quali sono le implicazioni a livello sociologico, psicologico e cognitivo del crescere ed apprendere in un ambiente digitale?
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